VICINANZA (5)_Rossana Mazza

Ferma sul marciapiede, guarda la casa dei primi anni cinquanta davanti a lei. È semplice, modesta, solo una fascia di pietra rosa la circonda, quasi fosse un nastro che decora un pacco regalo. Ai suoi piedi due valige. In mano un freddo mazzo di chiavi, un cartellino con la scritta: APP. N. 4.

Forza, non è la prima volta che cambi città, voi giovani il lavoro dovete rincorrerlo!

Ogni volta si ricomincia da capo, tutto è nuovo, sconosciuto ma Abigail ha trasformato questo momento in un gioco, per sdrammatizzare ed esorcizzare le paure. Le regole sono semplici: raccogliere la maggior parte di indizi entrando nella nuova casa.

Della serie la prima impressione è quella che conta!

Come saranno i nuovi vicini? Solo il tempo e la vicinanza risponderà al quesito ma intanto ogni dettaglio aiuta a immaginarli. Prende le valige, raddrizza la schiena e i suoi capelli corvini imbrigliati in mille treccine, danzano sul viso dalla pelle liscia ed ambrata. Un sorriso:

“Sono pronta, che il gioco inizi!”

Biagi, Andreoli, Nicoletti e Nardone. Quattro cognomi sul campanello, gli altri due sono vuoti. Infila la chiave, apre il portoncino e con il fiato sospeso entra. Un atrio spazioso l’accoglie e l’aroma di tabacco da pipa, colpisce le sue narici.

“Uhmmm, buono”, e la fantasia si scatena, “vediamo… sicuramente un uomo. Non più giovane, non ricordo il tempo di vedere qualcuno fumare la pipa, non si usa più!”

Ma chi lo dice? Mia mamma fumava la pipa, le piaceva il profumo del tabacco e non era neanche vecchia!

Inspira profondamente a occhi chiusi:

“Continuo a vedere una persona anziana, con gilet e bretelle annesse”.

Si, si, il classico stereotipo, non hai imparato niente in questi anni?!

Annusa nuovamente e, come trascinata dalla scia odorosa, sale le scale. Al primo piano la pipa sparisce davanti all’appartamento n. 1. Si avvicina e ascolta. Nessun rumore.

“Sarà seduto sulla bergère in velluto ocra a leggere il suo libro preferito”, sentenzia Abigail, “mi piace questo vicino.”

Un gatto bianco sbuca dalla scala: “Aaaah!”

Il gatto, spaventato più di lei, infila la porta leggermente socchiusa dell’appartamento n. 2. Una voce stridula e forte lo chiama:

“Micio, dove sei? Micio, qui!”

L’ordine rimbomba in tutta la casa, segno che non ci sono molti mobili e lo zerbino consunto rivela anni di umile servizio. Sbircia, all’interno tutto sembra trascurato… Sbam! La porta si chiude sullo sguardo curioso. La voce continua a chiamare diventando sempre più acuta.

Ma non smette mai di urlare? Urlerà anche di notte!

“Povera nonna, sembra persa senza il suo gatto”.

Ancora un piano ed ecco l’appartamento n. 4, dalla porta vicina alcune note partono indecise, do re mi fa sol la si re do, alcuni arpeggi d’esercizio e il suono di una chitarra riempie l’aria, la mano sempre più precisa.

Sei a posto, al gatto si somma la chitarra!

“E qui abbiamo un musicista”.

Una porta in legno scuro a due battenti si frappone tra lei ed il suo appartamento, entra. La casa è piccola ma pulita, i mobili essenziali.

Meglio così che piena di ninnoli e ricordi altrui!

È tardi, si prepara il letto togliendo da una borsa stile Mary Poppins il necessario. Tra i pochi oggetti una cornice con la fotografia dei suoi genitori sorridenti. Sdraiata li guarda, cercando di sentire la loro vicinanza attraverso quei sorrisi. Mentalmente racconta loro ciò che ha scoperto sui suoi vicini. Cerca di immaginare la sua vita vicino a quelle persone sconosciute. Ognuno solo nel proprio appartamento, ma tutti vicini nell’ascolto di una dolce melodia.

Tutto qui? Devi cercare altri indizi! Non sai nemmeno se chi suona è un uomo o una donna?!

Domani, domani il gioco continua.

 

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6 pensieri su “VICINANZA (5)_Rossana Mazza

  1. BRAVISSIMA !!!!! Mi è piaciuto molto, anche le voci fuori campo sono ok, quando scrivi del gatto, sei fantastica, considerando il terrore che hai!!!!! Comunque complimenti ancora x questa tua vena artistica. Un abbraccio 😘, fammi sapere se hai ricevuto questo mio commento.

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