Questa mattina mi sono svegliata con la determinazione di essere una scrittrice. Ancora in pigiama, mi preparo la colazione, un caffè con fette biscottate e marmellata, accendo il pc, apro un bel foglio bianco ancora intonso in word e…
E il cursore mi guarda, ammicca, sembra voler dire: “Sono pronto, in trepidante attesa, fammi muovere dalla mia posizione statica, non vedo l’ora di volare su questo mare bianco!”
Dunque partiamo dal titolo “La primavera” (banale), “La condizione delle donne durante la rivoluzione industriale” (storico, avevo 5 in storia!), “Assassinio per procura” (troppo intricato, mi perdo anche in città, figuriamoci in un racconto), “la vita dei gatti” (non ho un gatto).
Cominciamo a scrivere, poi il titolo verrà da sé. Colazione finita e pagina bianca.
“Su, facciamo girare le due celluline o facciamo fare uno scontro ai due neuroni e mettiamo insieme delle frasi coerenti di senso compiuto”, maledetto cursore mi prende pure in giro.
Dunque, incrocio le mani, scrocchio le dita e sono pronta a iniziare. Sono sicura che nel momento in cui inizierò a scrivere qualcuno mi disturberà, il telefono con le solite proposte di cambio fornitore di luce, gas, acqua o di acquisti convenienti di vino, olio, formaggi e tante altre offerte. Mi dispiace per chi chiama, visto che è un lavoro, ma di solito la risposta standard è: “Mi spiace ma la signora è fuori, non sono autorizzata a cambiare o comperare, richiami fra circa 2 mesi”. Giusto per non essere scortesi. Però il telefono oggi non squilla, meno male così posso concentrarmi. Dove ero rimasta? sì certo, devo iniziare il primo paragrafo.
Se fossi su una cuccia con una macchina da scrivere avrei già l’inizio – Era una notte buia e tempestosa – però queste parole mi dicono qualcosa, forse sono già state utilizzate.
Dunque… ma proprio nessuna notifica dai social, potrei essere distratta proprio da quelle con tanti argomenti interessanti – guardate sono sbocciate le prime viole; il mio cane Pallino oggi è felice; vi ricordate quando da piccoli eravamo belli/brutti/intelligenti/mangiavamo la terra/succhiavamo le sponde del lettino verniciate di prodotti tossici/se tornavamo tardi arrivava la ciabatta del papà dritta in testa – e tanti post uno, peggio… ops!… meglio dell’altro.
Oppure i vari influencer – con questa crema miracolosa mi sono sparite le rughe/questo prodotto è fantastico ed è necessario in ogni cucina/meno male che ho comperato questa tuta da ginnastica, mi fa sembrare più magra senza sforzo/sono dimagrita senza nessuna fatica, mangiando queste buonissime barrette al gusto di fegato e banana – e pensare che vengono ricompensati per le cose che propongono e ci sono persone che li seguono, che cosa triste non pensare con la propria testa. Sì, ma tanto non sono iscritta a nessun social, per cui le notifiche non mi toccano e non possono interferire con la mia decisione di diventare una scrittrice.
Ecco è arrivata l’ispirazione… SI RI-ricomincia! Ma una voce dal telefono mi blocca:
“Sì, dimmi come posso esserti utile”
“Ma chi sei?”
“Sono Siri il tuo assistente vocale, dimmi pure”
“Ma che fai?”
“Sto aiutando circa tre milioni di persone che hanno detto Ehi Siri!”
“E come le aiuti?”
“Mettendole in contatto con i propri cari, cercando informazioni in internet, per esempio con la ricetta della torta di mele, con i programmi alla tv, le previsioni meteo”
“Ma fai anche cose più interessanti, tipo darmi suggerimenti per un racconto?”
“Se mi dici il genere posso aiutarti”
“Pensavo a qualcosa relativo a… o forse… ma anche… non lo so ancora, tu che dici?”
“Dico che ci sono tanti argomenti da leggere, però si deve avere almeno una vaga idea”
“Hai ragione, ma allora non mi servi a niente”
“Mettimi alla prova”
“Scrivi un racconto di circa 5000 caratteri sul un argomento a tua scelta”
“Scusa, non ho capito”
“Visto che aiuti tutti, ora puoi aiutare anche me scrivendo un racconto ironico o divertente, oppure romantico o un saggio che possa aiutare le persone o anche un manuale per suggerire qualcosa”
“Ora ci penso. Ironico, divertente, romantico, un saggio, un manuale… lasciami pensare” “Ehi Siri, sbrigati non ho tutto il giorno per diventare una scrittrice”
“Eccolo: una persona analfabeta voleva scrivere un racconto (ironico) non sapeva come iniziare e gli cadde la macchina da scrivere sull’alluce facendolo ballare per il dolore (divertente, visto da fuori), la sua fidanzata si prese cura del suo ditone arrossato e gli portò un mazzo di fiori e della cioccolata, dicendogli che lo amava anche con un dito completamente nero per la botta (romantico) lo “scrittore” cercò di dire qualcosa di intelligente (saggio) e per finire si fece leggere un libro che lo consigliò di darsi all’ippica (manuale)”
“Ehi Siri, ma mi stai prendendo in giro? Non è questo che ti ho chiesto!”
Siri non risponde.
“Ehi Siri…”
“Mi spiace, mettiti in coda, adesso devo risolvere problemi per gli altri duemilioninovecentonovantanovemila persone che forse hanno richieste migliori delle tue.”
Con le pive nel sacco chiudo la pagina in Word, spengo il pc e vado a vestirmi, invece di scrivere andrò in libreria a comprarmi un libro.